Silvia Jauch

Stay@Home

Adoro le serate in cui guardare film: non c’è niente di meglio che accoccolarsi sul divano fra le coperte e sgranocchiare biscotti extra-large. Avete capito quali intendo? Quelli al burro che si sbriciolano, grandi come il palmo della mano e con le scaglie di cioccolato dentro. Quelli che quando li mordi fanno un casino, sparpagliando briciole ovunque e naturalmente anche su mezzo divano. Ma non è un problema, fintanto che avete un micio come me. Cerchiamo di agglomerare tutte le singole informazioni in un quadro più grande. Provo a semplificarvi la vita con questa descrizione: immaginatevi di vedermi seduta su una distesa di briciole, i capelli spettinati, con il cane che o dorme, o mi sale addosso ingarbugliandosi nella coperta. Tranne il naso che sniffa in ogni dove, la scena ricorda in qualche modo un film grandioso con Renée Zellweger del 2001.

ORMAI QUASI OGNI NOTTE SOGNO IL MARE, SOGNO VALIGIE STRARIPANTI PRONTE PER UN VIAGGIO, SOGNO AEROPORTI E SABBIA FRA LE DITA DEI PIEDI


Come già anticipato, adoro queste serate. Le ho amate anche dopo la fine del primo lockdown, quando continuavo imperterrita a farmi le maratone televisive sul divano. E anche quando le mie ferie sono state un buco nell’acqua. Ho continuato ad apprezzarle persino alle porte del Natale, ma ora la situazione comincia lentamente ad appesantirsi, i biscotti non hanno più quel sapore invitante e il divano sfoggia in modo permanente le forme di chi vi siede. Sopporto e non è davvero un problema, ma ora una nuova sensazione si è intrufolata nella routine delle serate film: la nostalgia dei luoghi lontani.



Mi ricordo della sensazione che si prova la mattina svegliandosi fra le lenzuola bianche e lisce per indossare subito uno splendido costume da bagno, aprendo la portafinestra. Ecco che sopraggiunge l’abbraccio dell’aria calda e salmastra, e non si può che ammirare senza respiro le onde del mare infinito. Ma basta un battito di ciglia e subito si rimaterializza la realtà del divano, capendo troppo tardi che nel frattempo il gatto ha leccato i biscotti.


A questo punto, mi piacerebbe fornirvi alcuni consigli preziosi su come apprezzare le ore in casa che ci attendono. Se ci penso bene, però, mi sentirei di raccomandarvi la lettura di qualche altro blog, al momento, perché ho abbandonato le sensazioni iniziali e ora trovo l’idea di questo relax forzato abbastanza monotona, al punto che non accendo più neanche le candele profumate. Preferisco guardarmi le Story su Instagram di Nadine Strittmatter, che passeggia da qualche parte fra Nilo e piramidi e risveglia in me la nostalgia di luoghi lontani.

Silvia Jauch
Pflanze
Silvia Jauch

E la cosa divertente di questa nuova sofisticaggine dello stare a casa, ormai vissuta e accettata, è che anche di giorno vivo la nostalgia dei viaggi, con tutta la tristezza che ciò comporta. In questo modo, piano piano mi sento meglio, anche rinunciando alle candele profumate.


Posso indossare il pigiama con i capelli spettinati, arricciando il naso e sentendomi ogni giorno una marmotta, ma nel profondo del cuore e della mente mi vedo già correre sulla sabbia bollente, con una maschera e le pinne in una mano, mentre l’altra tiene la fotocamera da sub. E mi ancoro a quest’immagine con tutte le mie forze, non provando rabbia se al momento non posso sbarazzarmi del mio amato loungewear e, a malincuore, posso descrivere questa vita involontariamente rallentata solo con poche parole positive.


Perché a volte, la cosa giusta da fare è proprio arricciare il naso e non voler abbellire forzatamente la situazione, bensì sognare come ci sentiremo quando potremo di nuovo prendere in mano le redini di una vita normale, ammesso che il futuro potrà di nuovo tornare come prima.


Ma al momento faccio troppa fatica a pensarci e preferisco rimanere semplicemente infagottata nel mio nuovo pigiama preferito sul divano, guardando le foto delle vacanze e inveendo a bassa voce contro la mia quotidianità stravolta dal coronavirus, con una bella smorfia in faccia.

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