Silvia Jauch

Sii un po' più femminiler

Care amiche, 


vi auguro una meravigliosa Giornata internazionale della donna e vi riporto un esempio per parlarne con voi. So che riguardo alla Giornata internazionale della donna ci sono migliaia di altri argomenti più importanti rispetto a quello che ho scelto. Le donne, infatti, hanno sempre dovuto lottare per ottenere quasi tutti i diritti fondamentali. Ritroviamo questa vicenda ad esempio nel Medioevo, dove le figlie acquisivano valore solo quando venivano affidate alle mani capaci di un uomo. Ed è un tema ricorrente: dai roghi alle suffragette, e ancora in tutta Europa con l’isteria freudiana, fino alle coraggiose fondatrici del movimento «me too» e alla caduta di Weinstein. Se si dovessero analizzare tutte le fasi di questo lungo, tutt’altro che concluso giro sulle montagne russe della parità di genere, probabilmente non basterebbe una vita.

Come alcune di voi già sanno, vivo in un mondo un po’ più piccolo e spesso e volentieri mi dedico ad argomenti più di nicchia. Ma io li considero tutto tranne che così “piccoli” da entrare in una nicchia. Forse non sono così rappresentativi delle battaglie portate avanti dalle nostre antenate, ma sono comunque abbastanza importanti da parlarne in modo consapevole. 


Uno di questi argomenti di nicchia per me è una frase che sento spesso: “Silvia, non comportarti da uomo!”. 


Avete presente quei momenti in cui avete fiducia in voi stesse, non avete alcun dubbio e siete sicure al 100% di qualcosa? Poi osate aprire bocca e spiegate il vostro punto di vista con assoluta fermezza, finché qualcuno vi sussurra all’orecchio, in modo un po’ titubante ma totalmente intenzionale, che avete dato l’impressione di essere un po’ troppo mascoline. Troppo autorevoli, troppo sicure di voi. Troppo concrete. Troppo dure. Troppo irremovibili. Troppo determinate. Troppo che so io. Ma sicuramente troppo poco femminili, e questo non viene ben accettato.

Silvia Jauch Image without a name

Se solo ti mostrassi un po’ più femminile… Magari indossando un vestito e acconciando i capelli in modo meno austero. Anche un tocco di rossetto non guasterebbe. Cerca di sembrare meno dominante e di essere un po’ più remissiva. Allora sì che ti prenderebbero di più sul serio. Ma se continui ad avere un atteggiamento così mascolino non c’è da stupirsi...


Forse però il tuo non è un atteggiamento: tu sei così, è la tua natura, e ti senti a tuo agio. Ti piace il tuo stile: il look audace, le labbra senza trucco e i capelli corti. Gli occhiali che si notano sono i tuoi preferiti in assoluto e il tuo completo ricorda quello di Charlie Chaplin. Sei dell’idea che il reggiseno può fare a meno di pizzi e fronzoli, e adori le unghie con lo smalto nero. Le tue scarpe sono massicce, niente a che vedere con i tacchi a spillo. E quando apri bocca sicuramente ti sentono anche quelli seduti in ultima fila. Le tue imprecazioni sono già leggendarie, proprio come la tua conoscenza dei motori dei trattori.


Ecco: non sei la tipica donna femminile, così dicono (gli uomini). Ma allora scusate, che cosa significa “femminile”? Sono i caratteri sessuali o l’essere aggraziata e remissiva? La presunta mancanza di femminilità non è piuttosto sinonimo di una donna che sa cosa vuole e non si fa problemi a mostrarlo, ed è quindi meno accondiscendente? 


La femminilità per me non significa che noi donne dobbiamo apparire il meno mascoline possibile: semplicemente dipende tutto da se NOI ci sentiamo femminili. È così e basta. Per questo non c’è bisogno di un seno di una determinata grandezza, di un vestito a fiori, di una voce soave o di un atteggiamento femminile.



Sono secoli che l’ideale di femminilità si basa sulle forme del nostro corpo, sui capelli e sulla voce soave, venendo considerate solo per nostro aspetto esteriore. Artisti, scrittori, pittori e fotografi hanno definito la nostra femminilità in base ai loro gusti personali. Nella storia della donna, però, non si trova alcuna traccia di una dichiarazione o rappresentazione artistica in cui la donna si sente femminile, e questo indipendentemente dall’ideale estetico dell’epoca. 


Per come la vedo io, sentirsi a proprio agio come la donna che si è e che si vuole essere è l’essenza della femminilità. E questo accade quando non ci importa se siamo considerate abbastanza femminili oppure no. La nostra sensazione di benessere dovrebbe eclissare qualsiasi ideale di chi ci guarda. Per sempre. 


Tra l’altro, anche se impreco facilmente, sono molto decisa e so sparare meglio di molti uomini, non ho mai avuto problemi a sentirmi una vera donna! Al contrario: sono praticamente una guerriera amazzone. C’è forse qualcosa di più femminile? E se questo non sembra abbastanza femminile, allora non è certo un problema mio, ma di chi mi guarda e dei suoi ideali di femminilità. 


La femminilità è un sentimento MIO. Nasce e cresce dentro di me, rispecchia quella che voglio essere, ed è qualcosa di incredibilmente bello!

Von Frauen für Frauen

Per festa della donna


Beldona è un marchio di donne per le donne. Le donne non sono però al centro del nostro operare soltanto nell’ideazione di nuovi prodotti. È l’intera azienda a essere permeata dal nostro credo «dalle donne per le donne». Abbiamo chiesto alle nostre collaboratrici e ai nostri collaboratori che significato danno al motto «dalle donne per le donne» nel lavoro quotidiano...

Altri post di Silvia Jauch

Image without a name
Silvia Jauch 21.05.22

Maternità

Il testo completo su questo argomento era già pronto, ma l’ho appena cancellato. Ciò che avevo scritto era anche buono, ma proprio in questo momento stanno affiorando in me delle sensazioni molto più adeguate al tema e che mi piacerebbe condividere con voi. A onor del vero, buttare giù queste righe non è stata impresa facile, almeno per me.

Image without a name
Silvia Jauch 24.03.22

Empowerment by Silvia Jauch

Empowerment come progetto creativo: vi invito a mandarci le vostre dichiarazioni e citazioni sul tema dell’empowerment. Dovrebbero essere brevi e impertinenti, identificarvi e sbalordirmi. 😊. La citazione migliore sarà pubblicata sui canali di social media di Beldona e il vincitore/la vincitrice riceverà anche una piccola sorpresa...

Image without a name
Silvia Jauch 23.02.22

40 anni, e allora?

Mi piace essere donna, con tutto ciò che comporta. Allo stesso tempo, però, non è facile. Credo che nessun altro argomento sia tanto interessato da stereotipi come l’essere donna, e l’ho notato soprattutto negli ultimi anni. Nata negli anni ’80, sono diventata adolescente negli anni ’90 e cresciuta insieme alle canzoni di Britney Spears, ai consigli del team del Dr. Sommer della rivista Bravo e all’enorme pressione su come sarei dovuta essere da donna...

Image without a name
Silvia Jauch 11.02.22

La risposta parla francese

Quanta schiettezza priva di freni serve per farmi arrossire? Non molta, o comunque molta meno di quella che credevo. Si prende una focosa terapista sessuale con un ritmo nel sangue mai visto, si aggiungono un paio di forti respiri di pancia e si corona il tutto con un fervore che non avevo mai sperimentato con nessuno specialista di educazione sessuale. Ora vi auguro buon divertimento nella lettura...

Image without a name
Silvia Jauch 29.10.21

Nuove esigenze

Sono certa che tutte noi ci ricordiamo dei tempi in cui esistevano forse non più di tre modelli diversi di reggiseno e nessuno di questi si adattava alla perfezione. Così si acquistava il capo, nella speranza che fosse ancora disponibile nella taglia giusta, e tutto il resto veniva letteralmente messo da parte.

Image without a name
Silvia Jauch 24.08.21

Come la fenice dalle proprie ceneri

La vita però ha una grande peculiarità: spesso ci insegna che non possiamo sempre viverla come ci piacerebbe e come crediamo sia possibile...

Image without a name
Silvia Jauch 08.05.21

Le zebre sono acqua passata

Si muovono con goffaggine e si portano sempre dietro il loro doudou. Ti ritrovi a guardare tua figlia e a pensare che passerà un’eternità prima che diventi grande. Eppure in un batter d’occhio ti trovi davanti una figura ibrida, né carne né pesce, con l’apparecchio ai denti, il cellulare in mano e un infinito e snervante repertorio di occhi alzati al cielo...

Image without a name
Silvia Jauch 11.02.21

Due corpi diventano un tutt’uno

E che cosa c’è di più erotico che essere la donna che vogliamo mentre due corpi diventano un tutt’uno nell’atto dell’amore?

Image without a name

Stay@home

Adoro le serate in cui guardare film: non c’è niente di meglio che accoccolarsi sul divano fra le coperte e sgranocchiare biscotti extra-large. Avete capito quali intendo? Quelli al burro che si sbriciolano, grandi come il palmo della mano e con le scaglie di cioccolato dentro...

Image without a name

Natale con silvia

Per me il Natale è sempre stato una piccola sfida: aspettative, regali e buon umore dovevano palesarsi all’istante dopo lo stress dei primi 24 giorni di dicembre. E, non appena le giornate natalizie volgevano al termine, indossavo nuovamente gli indumenti sportivi che nel frattempo erano diventati strettini, pianificando il Capodanno...

Image without a name
Silvia Jauch 08.10.20

Essere donna e diventare un'amazzone

Ho il viso gonfio a causa dei farmaci e sono sfinita. Le mie gambe dovrebbero avere un aspetto tonico e invece me le sento molli come una gomma consumata. E poi la pancia: non avrei mai pensato che potessero formarsi così tante pieghe e che mi avrebbe provocato tanto disgusto.

Image without a name
Silvia Jauch 05.06.20

Bei momenti in un periodo turbolento

Buongiorno care lettrici, mi chiamo Silvia Meier e sono la nuova ambasciatrice del marchio Beldona. Vorrei parlarvi di me, ma nelle ultime settimane la mia vita è cambiata radicalmente, per cui faccio fatica a trovare un filo conduttore.

Image without a name
Silvia Jauch 26.05.20

La mia staycation con un canovaccio a fantasia di fragole

Staycation? Fino a poco tempo la consideravo un’alternativa poco allettante alle classiche vacanze. Ma nelle ultime settimane ho dovuto prenderla in considerazione, vista la situazione attuale. Con i nostri passaporti in fondo a un cassetto e le vacanze di primavera alle porte era giunto il momento di guardare in faccia la realtà.